Dice un proverbio: meglio tardi che mai! Ero prevenuta verso questo tipo di vacanza nell’ozio visto che non faccio immersioni, sono una (scarsa) nuotatrice vissuta in pianura, amo conoscere, oltre alla natura, la cultura, la tradizione, l’arte, la storia del paese dove scelgo di trascorrere una vacanza.
E le Maldive erano per me il paradiso del dolce far niente o il paradiso dei sub. Ma come appassionata di isole non potevo rinunciare a questa meta.
Così mi sono ritrovata in un mondo inaspettato: già dall’idrovolante l’occhio non si staccava dall’oblo: lagune dall’acqua cristallina, spiagge bianchissime, mare turchese dalle mille sfmature , piccoli atolli a fior d’acqua che si perdono nell’orizzonte, così ho conosciuto le Maldive. A
vrei scoperto dopo i suggestivi tramonti dopo una pedalata di pochi minuti fino alla punta della piccola isola, una striscia di terra lunga 2 kilometri e larga 4000 metri.
La giornata su di un’isola alle Maldive soggiornando magari in uno di quei resort da film o qualche hotel di stile coloniale, passa veloce tra breakfast e tea-time in riva al mare, le uscite giornaliere (snorkeling), l’escursione al villaggio maldiviano, il ricco buffet (a pranzo e cena) italo-internazionale e l’immancabile serata maldiviana, la discreta presenza dello staff e personale di assistenza (che parla e comunque capisce l’italiano) e la non invadente organizzazione di diapositive e filmati sui fondali e la fauna marina, un po’ di sport (campo di tennis, calciotto, bocce, la palestra attrezzata sono alcuni esempi).